L’Assessore Ruggeri entra a gamba tesa nella querelle sulla cementificazione in atto nel savonese

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Varazze, 30.11.2008.

PonentevarazzinoNews

L’Assessore Ruggeri entra a gamba tesa
nella querelle sulla cementificazione
in atto nel savonese

foto-di-repertorio-quando-si-dice-cementificazione-selvaggia-301108.jpgDopo il “garbato” intervento dell’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria Ing. Franco Zunino, sulla querelle accesa dal proclama dell’Assessore alla Cultura di Savona Ferdinando Molteni, è sceso in campo da par suo l’Assessore all’Urbanistica e Infrastrutture Dott. Carlo Ruggeri, grande conoscitore nonché primo artefice di quanto sta avvenendo oggi nella città  della torretta e in gran parte della Liguria, sull’argomento in discussione.

Concordiamo con l’Assessore Ruggeri quando afferma che le città  devono trasformarsi e rigenerarsi, “per riprendere un proprio cammino di sviluppo e di progresso”. E’ dovere delle Pubbliche Amministrazioni cercare di evitare immobilismi che rischiano di emarginare e far regredire anche le economie più floride. Concordiamo pure quando dice che “il confronto in campo è fra chi vuol far vivere la città  e farla crescere e chi dice di no”.

Non riusciamo invece a seguire il ragionamento dell’Assessore Ruggeri, quando mostra fatica ad ascoltare la voce dei cittadini, quelli che non dicono sempre no a prescindere, ma chiedono un sereno e democratico confronto su importanti trasformazioni urbane, spesso complicate e dai molteplici risvolti che, secondo noi, non possono e non devono essere decise da pochi a discapito di molti, o ancor peggio liquidati con alcune appropriate quanto aride statistiche.

L’Assessore Ruggeri è stato chiamato ed ha accettato, seppure a distanza di oltre un anno dalla richiesta, di confrontarsi con questo direttivo sulla riqualificazione del ponente della città  di Varazze, un intervento da tutti auspicato, sicuramente necessario e di rilevante importanza, che chiediamo venga lievemente modificato, per risolvere alcuni disagi già  esistenti e fortemente penalizzanti per chi vi abita, transita e per l’immagine di una città  a prevalente vocazione turistica.

Suggerimenti e segnalazioni fatti a cuor leggero, quello dei giusti, convinti come siamo della loro utilità  e necessità  per evitare un aggravio degli stessi, una volta realizzato il previsto recupero.

Abbiamo aspettato parecchio per potergli presentare le nostre richieste; quanto dovremo aspettare per avere la risposta che l’Assessore Ruggeri ci ha promesso, soprattutto in considerazione dell’accelerazione all’iter burocratico d’approvazione voluto dalla Giunta Comunale?

Una delle cose che ci riesce peggio è proprio quella di non saperci abituare al fatto che in politica tutto è concesso, persino quello di predicare bene e “¦ –  Ma non è detto che l’Assessore domani o dopo ci chiami, per proseguire un utile e doveroso confronto.

Il direttivo.

Riportiamo l’intervento da “Il Secolo XIX“ del 26 novembre 2008 – «Savona? àˆ bella perché viva» – Carlo Ruggeri, assessore regionale Urbanistica ed ex sindaco di Savona.

Concordo con le considerazioni che Ferdinando Molteni ha svolto in una sua intervista su “Il Secolo XIX”, e particolarmente su questa: “”¦ nel volgere di qualche anno, Savona sarà  una città  bellissima…” .

Concordo per una ragione precisa: una città  è bella soltanto se è una città  viva. E Savona ha saputo dimostrare di essere una città  viva da quando ha iniziato ad affrontare con consapevolezza una ormai ineluttabile esigenza di trasformazione per riprendere un proprio cammino di sviluppo e di progresso.

Un cammino che non è tradimento della propria natura. Anzi, è l’unico modo per salvare la propria storia ““ anche la storia che si è concretizzata nella sua architettura e nei suoi monumenti ““ e costruire il proprio futuro.

àˆ infatti illusorio pensare di mantenere il patrimonio urbano a uno stato dignitoso – ed ancor meno restaurarlo, valorizzarlo – se nella città  non si immettono nuove energie, se non si mobilitano nuove risorse. La città  cresce e contemporaneamente si rinnova. Oppure deperisce.

Su questo punto vorrei essere chiaro. Se mi si chiede qual’è la Savona che amo di più, non ho dubbi: è la Savona di via Pia restaurata e del Centro storico che è tornato a rivivere, del complesso monumentale del Santuario che sta ritrovando l’antico splendore, dei Portici di via Paleocapa rinnovati, del recupero del Complesso di Monticello, della Pinacoteca di Palazzo Gavotti, del Teatro Chiabrera ottimamente restaurato.

Tutto questo è avvenuto e avviene contemporaneamente alle grandi trasformazioni urbane che hanno mobilitato risorse, hanno segnato la vitalità  di una città  che è in grado di preservare sé stessa e di crescere. E cresce con il linguaggio che è dato dal tempo, che può essere discusso e discutibile.

Ma la scelta non può essere più chiara di cosà¬: Savona viva e bella o Savona che decade e non salva né il proprio futuro né il proprio passato, condannato al progressivo degrado. Questi sono i fatti. Poi ci sono le opinioni. Legittime. Ovviamente anche quelle di chi non ama l’architettura del XXI secolo.

Ma spesso in città  non si discute né di fatti né di opinioni.

Alcuni anni or sono, in un bellissimo convegno che si tenne in città , un prestigiosissimo oratore, svolse la sua relazione basata su di una esortazione: “”¦ di essere pronti per ogni opera buona, di non parlare male di nessuno, di evitare contese “¦ (Tito 3,1)”

Mai consiglio fu cosଠdisatteso. àˆ infatti usuale che nella discussione, anziché il confronto costruttivo, compaia il giudizio tranciante e, spesso, l’insinuazione gratuita, se non l’insulto. O, per ben che vada, ci si trova appiccicata una etichetta dove sta scritto: amico di questo, nemico di quest’altro, e amenità  del genere. I “rivoluzionari in pantofole” ( e fa bene Molteni a non parlare male di nessuno, ma a tratteggiare una categoria: ognuno ci si può ritrovare come appartenente o meno) si caratterizzano anche per questo: ogni occasione è buona per scatenare una polemica contro qualcosa o qualcuno.

Anche da qui nasce una crescente difficoltà  per un salutare confronto serrato ma sereno; aspro, ma fondato sui contenuti. E il silenzio di molti che non sono interessati alla polemica, lascia inevitabilmente ulteriore spazio al fastidioso vociare di chi, lungi dall’esaminare i fatti o esprimere opinioni costruttive, ha una unica stella polare: dire no e difendere l’esistente. Anche quando l’esistente non ha più ragione di esistere.

Ma è più facile procedere per luoghi comuni che affrontare la concretezza dei fatti.

Un fatto, ad esempio è questo: secondo i dati ufficiali del 2004, in Liguria si costruisce meno che in tutte le Regioni Italiane (sia in termini assoluti, sia in rapporto agli abitanti) e, nel volgere di due anni, dal 2004 al 2006, i permessi di costruire sono ulteriormente diminuiti del 20%. A sentire o leggere certi interventi non sembrerebbe, vero?

Un altro fatto, sempre come esempio, è questo: negli ultimi anni i nuovi interventi urbanistici a Savona, non hanno consumato neppure un metro quadro di terreno vergine e quanto costruito come sostituzione edilizia – bello o bruto che sia – è sempre stato minore, e di molto, di quanto vi era.

E gli oneri incamerati dal Comune di Savona sono sempre stati il doppio rispetto agli indici tabellari : dal 2002 al 2005 vi sono state entrate per 7 milioni di euro di oneri di urbanizzazione, impegnati in buona parte proprio per il recupero di beni comunali di particolare valore.

Certo, si poteva, si può, si potrà  fare diversamente e meglio. C’è la possibilità  ed il modo di fare meglio. Per ogni intervento di trasformazione ci sono procedure che durano anni e richiedono i pareri degli Enti coinvolti – dal Comune, alla Provincia, alla Regione, alle Soprintendenze e molti altri ancora “¦ – e poi ci sono le decisioni del Consiglio Comunale: legittime e democratiche. Ma, anche oggi – come ieri – in nome di una singolare concezione della democrazia, c’è chi ritiene che tutto questo sia ininfluente, rispetto agli illuminati pareri dei praticanti del no, senza se e senza ma.

Mi spiace, caro Franco Zunino – e apprezzo il tuo garbato intervento – ma il confronto in campo è fra chi vuol far vivere la città  e farla crescere e chi dice di no.

In una logica che mi sembra presente da tempo in città : una conservazione trasversale che travalica la tradizionale divisione degli schieramenti politici e che, pur con diverse sfumature, rappresenta la vera inerzia che rallenta la crescita della città .

Una inerzia che ha molte facce, ma tutte che si parlano volentieri addosso o, al massimo, con inaspettate consonanze, fra di loro. Sarebbe bene che parlassero di più – anche fra di loro – coloro che non sono né per le rivoluzioni a parole, né per le pantofole.

Precedenti post sull’argomento:

Il malessere dei savonesi assediati dai cementificatori

Maggiore attenzione in Regione Liguria sulla prolificazione di complessi residenziali e seconde case

Questo articolo è stato pubblicato il 30 Nov 2008 alle 17:25 ed è archiviato nelle categorie - Recupero del Retroporto, A)-TEMI IN DISCUSSIONE, Ambiente, Attualità, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

Un commento

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Da “Liguria Notizie” – L’Assessore Ruggeri entra nella querelle sulla cementificazione del savonese [Continua …]

02 Dic 2008 alle 21:50

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