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10 Luglio 2008

Varazze – Potenziare il riciclo dei rifiuti per non vanificare la raccolta differenziata

Filed under: - Rifiuti: gestione e trattamento,Ambiente,NEWS DA VARAZZE — Comitato Ponente Varazzino @ 09:35

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Potenziare il riciclo dei rifiuti
per non vanificare
la raccolta differenziata

Una responsabile gestione dei rifiuti in nome della salvaguardia dell’ambiente, passa attraverso la differenziazione degli stessi, consentendo di recuperarne e riciclare la massima parte, con un evidente vantaggio economico. Unico sistema che consente di avviare allo smaltimento solo il materiale che non può essere trattato in alcun modo.

Il materiale post consumo riciclabile cosଠraccolto dovrà  subire un processo di separazione della plastica dai metalli – vetro, e poi completata con il conferimento agli impianti di trattamento e riciclaggio; carta e cartoni avviati alla lavorazione per ottenere carta riciclata. Ciclo virtuoso che se si riesce a chiudere garantisce al Comune un contributo che riduce i costi del servizio.

Questo è quello che ci dicono dovrebbe succedere e che tutti (o forse no) vorremmo succedesse, ma in realtà , dove finisce la nostra raccolta differenziata? Una domanda postaci sotto varie forme da più lettori, che hanno seguito la nostra campagna informativa online che stiamo conducendo da qualche mese a questa parte. Lo chiederemo ai Responsabili Tecnici delle locali Istituzioni, con i quali ci confronteremo a breve e terremo informati quanti interessati.

Riportiamo un articolo proprio su questa questione segnalatoci da un lettore, pubblicato su “Greenreport“ di martedଠ08/07/2008, dal titolo: Che raccolta differenziata sarebbe senza riciclo?

“In Toscana stiamo assistendo al paradosso di un sistema che vede aumentare la percentuale di rifiuti raccolti in modo separato, ma che poi sono difficili da riciclare perché mancano gli impianti per farlo… in primis quelli di compostaggio

Livorno. Le campagne per sensibilizzare i cittadini alla raccolta differenziata stanno sortendo l’effetto dovuto, se come si legge in un recente comunicato di Cispel servizi, l’aumento registrato in alcune aree della Toscana di questa modalità  di raccogliere i rifiuti è aumentato anche del 40% negli ultimi mesi.

«Nell’ultimo periodo le nostre aziende hanno dovuto aumentare i servizi di svuotatura delle campane che accolgono il vetro, la plastica, le lattine, il tetrapak ““ ha evidenziato il presidente Alfredo De Girolamo – perché c’è stata una risposta massiccia da parte dei cittadini alla raccolta differenziata. Il sistema delle aziende toscane sta adeguando il servizio alla richiesta, ma è necessario uno sforzo ulteriore nella qualità  della raccolta da parte dei cittadini. Le impurità  nei materiali differenziati, infatti, mettono in crisi i sistemi di lavorazione post-raccolta provocando stop di lavorazioni che in questa fase sono particolarmente deleteri».

E questo è infatti un primo punto su cui vale la pena soffermarsi. La qualità  dei materiali. Troppo spesso infatti si è più attenti al risultato in termini di percentuale, sulla raccolta differenziata, che al materiale che si raccoglie. Da questo punto di vista per il sistema delle aziende toscane, aver puntato praticamente ovunque sulla raccolta multimateriale di rifiuti in plastica, vetro, alluminio e tetrapak rappresenta un limite evidente. Intanto perché quello che proviene dalle raccolte multimateriale necessita di una successiva cernita per differenziare le diverse frazioni di materiali, e poi perché è un sistema che maggiormente si presta ad intercettare le cosiddette impurezze, ovvero materiali diversi e che non sono destinati al riciclo o che comportano lo sforamento degli standard previsti dall’accordo quadro nazionale Anci-Conai, per poter accedere al corrispettivo economico stabilito sulle diverse filiere.

Materiali che non corrispondono a questi standard, non possono che essere avviati allo smaltimento, con doppia penalizzazione economica: mancanza di riscossione del corrispettivo e spesa di smaltimento, quasi sempre in discarica. Cui si aggiunge il rischio di perdere credibilità  nei cittadini e di alimentare la diffusa opinione che «è inutile differenziare, tanto poi va tutto in discarica!»
C’è poi un altro elemento che potrebbe rappresentare un limite serio all’incremento delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani in Toscana, cosଠcome richiesto anche dalle recenti normative nazionale e regionali in materia.

Il limite è dato dalla mancanza diffusa di impianti a supporto delle raccolte differenziate, impianti necessari a far sଠche le frazioni, che dalle raccolte differenziate provengono, possano essere accolte e avviate alla successiva filiera del riciclaggio. Il caso clamoroso è quello relativo agli impianti di compostaggio, talmente pochi e poco diffusi che gran parte dei comuni dove si fa la raccolta differenziata della frazione organica, la devono poi spedire fuori provincia o anche fuori regione per avviarla a compost. Con costi economici effettivamente poco sostenibili.

Ma problemi cominciano ad esserci anche per le altre frazioni, dal momento che l’unico impianto in grado di selezionare e avviare a riciclaggio tutte le altre componenti (plastica, vetro, carta, ecc) comincia a dare segni d’ingolfamento. Sia per la lavorazione e la cernita , sia per la difficoltà  di riallocare sul mercato i prodotti che derivano dal riciclaggio.

«Come sempre all’aumento di raccolta differenziata seguirà  un aumento nella produzione dei materiali riciclati che devono essere collocati nei mercati di sbocco. Abbiamo chiesto infatti che gli enti preposti, insieme alla Regione Toscana ““ ha dichiarato De Girolamo – trovino una soluzione a questo problema, agevolando per esempio acquisti verdi da parte delle amministrazioni pubbliche».

Il fatto che questi accordi in regione Toscana sono previsti e obbligatori da anni: già  la legge 25 del 98 imponeva l’obbligo di utilizzo di carta riciclata, ad esempio, negli uffici pubblici. A cui sono seguite altre circolari per inserire ulteriori materiali provenienti dal riciclaggio negli appalti pubblici e nei pubblici acquisti. Circolari e obblighi disattesi, dai più.

Come del resto la programmazione che riguarda l’impiantistica, e, soprattutto, la sua concreta realizzazione, che rischia davvero di far provare alla Toscana la criticità  dell’emergenza.”

Firmato: il direttivo.

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