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24 Maggio 2008

Rilascio di testuggini palustri presso il Centro Emys di Leca di Albenga

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Varazze, 24.05.2008.

testuggine-emys-orbicularis-ingauna-2008.gifPonentevarazzinoNews

Rilascio di testuggini palustri
presso il Centro Emys di
Leca di Albenga

Riceviamo dal WWF Liguria e pubblichiamo l’invito ad assistere al rilascio di testuggini palustri o Emys orbicularis ingauna, previsto per Giovedଠ29 maggio 2008, alle ore 10.30 presso il Centro Emys di Leca di Albenga. L’evento segna una tappa fondamentale del Progetto Emys avviato nel 2001 per la conservazione di questa specie, con la collaborazione del Comune di Albenga e del Comune di Garlenda.

Per informazioni sulle formalità  per la partecipazione rivolgersi a:
– Ufficio stampa Provincia di Savona tel. 019 8313379;
– Ufficio stampa Acquario di Genova tel. 010 2345240.

prov-sv-centro-emys1.jpgIl Progetto Emys è trattato e documentato online dal sito della Provincia di Savona, linkato tra i consigliati da ponentevarazzino. Il centro Emys, in Regione Isolabella a Leca di Albenga, monitorato ogni ora con Webcam, dal 5 giugno al 8 settembre, per documentare la vita delle testuggini.

Riportiamo alcune informazioni trovate online per chi vuole approfondire l’argomento:

Da “parksmania” Il Progetto Emys e l’Acquario di Genova.

prov-sv-centro-emys2.jpg“Il progetto Emys è promosso dall’Acquario di Genova e dalla sua Fondazione, il progetto conta sull’appoggio congiunto, formalizzato nel 2001 in un protocollo d’intesa, di importanti istituzioni: Provincia di Savona, Comunità  Montana “Ingauna”, Coordinamento provinciale di Savona del Corpo Forestale dello Stato, DIP.TE.RIS dell’Università  di Genova, le Associazioni Pro Natura Genova e WWF Liguria. Più recentemente il Progetto ha ottenuto anche la collaborazione dei comuni di Albenga, Garlenda e Villanova d’Albenga, oltre che l’appoggio della Regione Liguria.

Il progetto prevede la reintroduzione in natura della testuggineEmys orbicularis ingauna,che fino a qualche anno fa si reputava estinta a causa delle fortissime alterazioni dell’habitat naturale in cui vive questo rettile. Con questo obiettivo, nel 2001 è stato inaugurato, in un terreno di 150 metri quadrati messo a disposizione dalla Comunità  Montana “Ingauna”, il Centro Emys di Leca d’Albenga.

Il centro ospita alcuni maschi e 12 femmine adulte, le cui uova, deposte nei mesi di giugno e luglio, vengono annualmente prelevate, incubate e fatte schiudere all’Acquario. Presso la struttura genovese, i piccoli trascorrono i primi anni di vita prima di tornare a Leca per un anno di acclimatamento, al termine del quale saranno liberati in natura.”

_^_^_^_

Da “Natura mediterraneo“ ““ La Testuggine palustre (Emys orbicularis).

naturamediterraneo-emys-orbicularis-081.jpg“Gli emididi sono tipici del Nuovo Mondo e sono distribuiti in America settentrionale, centrale e meridionale. L’unica specie in Italia, l’Emys orbicularis, è distribuita in tutta Europa, in alcune aree costiere dell’Africa settentrionale ed in Asia occidentale.

Le testuggini palustri hanno un sistema riproduttivo oviparo, senza cure parentali, se non quella della costruzione del nido nel terreno, dove vengono deposte le uova. Questo consiste in una buca a forma di fiasco con una profondità  totale di circa 9 cm ed un diametro massimo di circa 7 cm; la nidificazione avviene tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate (circa da fine maggio a luglio). Lo scavo del nido, in linea di massima, inizia durante il pomeriggio ed è terminato col buio, a volte la femmina nidifica al mattino presto.

naturamediterraneo-emys-orbicularis-piccolo-082.jpgDurante la ricerca del sito adatto, che può essere tanto vicino quanto lontano dall’acqua ma sempre in terreno ben drenato e soleggiato, questa tocca con l’apice del muso il terreno (ricerca stimoli olfattivi e termici), e può fare alcuni tentativi di scavo prima di scegliere il luogo dove deporre. Lo scavo avviene ad opera delle zampe posteriori e sempre con esse le uova deposte sono spostate e sistemate nel nido. Il terreno può essere inumidito ed ammorbidito dal rilascio del liquido contenuto nelle sacche cloacali. Il nido viene poi ricoperto, sempre dalle zampe posteriori ed il terreno schiacciato con il piastrone. Il numero delle uova varia da 4 a 9 e vengono deposte tutte in un unico nido.

La schiusa dei neonati avviene in tarda estate o in autunno (tempo medio di incubazione = intervallo tra deposizione ed emergenza è di circa 78 gg.), ma in diversi casi l’emergenza dal nido avviene addirittura la primavera successiva.

La temperatura di incubazione delle uova è fondamentale per permettere lo sviluppo degli embrioni e nel determinarne il sesso: la temperatura soglia si aggira intorno ai 28-29°C, al di sotto della quale si hanno i maschi ed al di sopra le femmine.

I due sessi, raggiunta la maturità , presentano dimorfismo sessuale con le femmine più grandi dei maschi, ma i maschi presentano la base della coda molto più larga ed il piastrone concavo per aderire allo scudo della femmina e sono più piatti e leggeri. In oltre hanno il muso, ed in particolare la parte anteriore della mandibola, di colore più scuro (nero) rispetto alle femmine che l’hanno più gialla. Questo carattere permette di distinguere i sessi anche quando è visibile solo la testa.

L’accoppiamento avviene in acqua preceduto da un lungo corteggiamento: il maschio è saldamente ancorato con le quattro zampe ai bordi del carapace della femmina con il collo totalmente esteso e la testa piegata verso il basso a formare un angolo di circa 90° in modo da costringere la femmina a stare con il collo leggermente retratto ed a rimanere sott’acqua. Di tanto in tanto riemergono per respirare ma la pausa viene interrotta dal maschio che con un colpo del mento o della gola sulla testa della compagna la costringe ad immergersi nuovamente.

Lo sapevate che…

In Italia l’Emys orbicularis era una specie molto comune nelle aree costiere e pianeggianti di gran parte della penisola e delle isole, trovandosi in laghi e fiumi, stagni e paludi, risaie. Le estese opere di bonifica delle aree paludose, a partire dalla metà  del secolo scorso, e l’inquinamento delle acque, hanno progressivamente ridotto gli ambienti adatti alla vita delle testuggini, che attualmente sono presenti con un numero notevolmente ridotto di popolazioni, quasi completamente isolate le une dalle altre.”

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