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Varazze, 26.02.2008.
PonentevarazzinoNews
Calorosa accoglienza per
Monsignor Vittorio Lupi
Una folla dentro e fuori la Cattedrale di Savona ha accolto Monsignor Vittorio Lupi, successore di Monsignor Domenico Calcagno, alla guida della Diocesi savonese. Emozionante l’abbraccio dei fedeli e le parole pronunciate dal presule nel corso della cerimonia d’insediamento.
Ponentevarazzino si unisce al coro dei fedeli per dargli il benvenuto ed augurargli buon lavoro, e riportiamo un articolo di Natalino Famà pubblicato su “Il Secolo XIX” che bene descrive e testimonia l’evento.
Da “Il Secolo XIX“ del 25 febbraio 2008 – «Cara Savona, ti dichiaro il mio amore»
Natalino Famà
“«Sto indossano un camice che sicuramente è sfuggito alla vostra attenzione, confuso con tutti gli altri paramenti. àˆ un camice non molto bello. Ma per me è il camice più prezioso che esista e l’ho riservato per voi, per questa cerimonia. E’ il camice che mia madre ha preparato, ricamato con tanta pazienza e tanto amore per il suo figlio che stava per diventare sacerdote. Vorrei pregare mia madre, che ora è in cielo, che mi aiuti ad avere per tutti voi gli stessi sentimenti con cui ha confezionato e ricamato questa veste».
Firmato: il direttivo.
Savona è commossa. Savona è stupita da tanta semplicità , tanta umiltà e sensibilità . Savona applaude per un minuto in Cattedrale il suo presule. Savona, autorità comprese, ha già accolto come un fratello, monsignor Vittorio Lupi, ora ufficialmente insediato vescovo della diocesi.
E’ stato un pomeriggio di giubilo e di sensazioni forti quello vissuto ieri da tutti, oltre tremila fedeli, radunati dentro e fuori il Duomo. Una folla felice soprattutto. E’ durata quasi tre ore la cerimonia, un autentico abbraccio che sembra aver unito indissolubilmente Vittorio Lupi alla città .
La conferma che è già amore fraterno probabilmente oltre i confini di mera cristiana fede, tra i savonesi e monsignore, la si è colta nelle parole di benvenuto dell’amministratore diocesano, monsignor Andrea Giusto.
«Vorrei dirle innanzitutto che prima di fare il suo ingresso qui ha segnato parecchi punti preziosi a suo vantaggio – ha detto nel suo messaggio – E lo ha fatto attraverso quelle brevi interviste concesse ai giornali subito dopo la nomina. Abbiamo capito, e parlo a nome di tutti i fedeli, che aveva un po’ di paura. E questa è una cosa positiva perchè solo un incosciente potrebbe accettare a cuore leggero il compito delicato e complesso del vescovo. Ma lei ha fatto di più: ha camminato dritto al Santuario per chiedere luce e forza e questo gesto ci ha fatto capire subito che lei era già uno di noi».
Vittorio Lupi ha ricambiato la stima e l’amore che Savona gli ha rivolto, nella sua prima omelia in Cattedrale. Parole toccanti, semplici e, come molti hanno interpretato, sincere.
«Sà¬. Voglio fare alla mia chiesa, alla chiesa di Savona-Noli la mia dichiarazione d’amore» ha detto, premettendo: «Dovrebbe essere questo il momento in cui ci si aspetta che il vescovo indichi le linee programmatiche del suo servizio pastorale. Vi confesso che non mi sento a mio agio a fare questo. Mi sembrerebbe di essere uno sposo che quando incontra per la prima volta la sua sposa le dice per prima cosa quello che lui ha intenzione di compiere e come dovranno essere regolati i loro rapporti. Mi sembra molto più naturale che lo sposo si rivolga alla sposa contemplando la sua bellezza, esprimendo tutto il suo amore, dichiarandole tutta la sua gioia».
E ancora, rivolgendosi a Savona, ideale sposa, in prima persona: «Fin dal primo istante in cui ho percepito che il Signore voleva legarci in un rapporto perenne ti ho amata e ho pregato per te ogni giorno. Non ti conoscevo ancora, ma una mamma in attesa del suo bimbo ha forse bisogno di vederlo per amarlo? Quale altro motivo avrei dovuto avere per amarti?».
Infine una citazione di Sant’Agostino: «Se mi atterrisce essere “per voi”, mi consola l’essere “con voi”. Perchè per voi sono vescovo, con voi sono cristiano, quello è il nome di una responsabilità , questo di una grazia. Quello di un pericolo, questo della salvezza. Anch’io, Savona, ti dico le stesse cose».”