Salvaguardare l’ambiente nel contesto sociale di riferimento

Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni
comitato@ponentevarazzino.comwww.ponentevarazzino.com

Varazze, 26.01.2008.

thumbs.jpgPonentevarazzinoNews

Salvaguardare l’ambiente
nel contesto sociale di riferimento

Riportiamo un articolo di Pietro Greco pubblicato da greenreport.it, quotidiano di approfondimento sulle tematiche ambientali, per meglio comprendere le difficoltà  del nostro tempo legate a questo argomento, di grande attualità  ed interesse.

La misura della sostenibilità 
di Pietro Greco

“L’idea era stata sottolineata, con forza, dal rapporto Our Common Future pubblicato venti anni fa dalla Commissione Brundtland: lo sviluppo è tale solo se è nel medesimo tempo socialmente ed ecologicamente sostenibile. Non possiamo salvaguardare l’ambiente in un contesto sociale degradato, non ci può essere reale aumento del benessere dell’uomo in un ambiente degradato.

La storia degli ultimi decenni ci dice che queste due dimensioni della sostenibilità  sono purtroppo divergenti. Misurando lo sviluppo sostenibile, nazione per nazione, negli anni compresi tra il 1975 e il 2003, Mathis Wackernagel, del Global Footprint Network di Oakland in California, e alcuni suoi collaboratori americani ed europei, hanno infatti verificato ““ e ne hanno dato notizia sulla rivista Ecological Economics ““ che quasi ovunque nel mondo l’indice di sviluppo umano è aumentato. Ma nel contempo è aumentata anche l’impronta umana sull’ambiente.

Tra i 93 paesi di ogni parte del mondo presi in esame nell’arco di un trentennio, solo cinque (Burundi, Congo, Costa D´Avorio, Malawi e Uruguay) hanno visto migliorare la qualità  sociale senza veder peggiorare la qualità  ambientale. Solo uno tra i paesi che hanno un elevato indice di sviluppo umano ha diminuito la sua impronta ecologica. E solo uno (Cuba) ha sia un indice di sviluppo umano (superiore a 0,80) sia un’impronta ecologica (inferiore a 1,0) sostenibile.

L’indagine di Mathis Wackernagel e dei suoi colleghi dimostra che lo sviluppo sostenibile non è una dimensione astratta, ma qualcosa che si può misurare. E dimostra anche che la dinamica delle sue due componenti principali non è sempre coerente. Anzi, continua a essere quasi sempre divergente.

Tuttavia un’altra ricerca socioeconomica pubblicata dal norvegese Haakon Vennemo e da un gruppo di suoi colleghi sulla medesima rivista dimostra che nella Cina dello sviluppo economico impetuoso una serie di parametri ambientali come le emissioni di polveri sottili, di zolfo, di anidride carbonica e di metano sono aumentati, almeno in termini relativi. Per produrre una medesima quantità  di reddito oggi i cinesi inquinano meno che in passato. Sono ecologicamente più efficienti.

La Cina sta realizzando quello che gli economisti chiamano “il salto di rana”. Il guaio è che l’economia cinese cresce molto più velocemente dell’efficienza ecologica. Cosicché le emissioni totali di inquinanti in Cina aumentano, malgrado l’intensità  di inquinamento per unità  di prodotto diminuisca.

Il mondo è molto cambiato negli ultimi trent’anni. La consapevolezza dei problemi ambientali globali e locali è enormemente aumentata. Ma le due domande di fondo poste dalla Commissione Brundtland restano ancora aperte: come rendere coerente la dimensione sociale e la dimensione ecologica dello sviluppo? Come far sଠche l’efficienza ecologica amenti più velocemente della produzione di beni materiali?”

Questo articolo è stato pubblicato il 26 Gen 2008 alle 17:15 ed è archiviato nelle categorie Ambiente, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

Scrivi una risposta

Devi essere loggato per inserire un commento.