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Varazze, 15.12.2007. Home page
La Camiciaia dei Mille originaria di
Castagnabuona
Riportiamo l’intervista al nostro emerito concittadino, studioso e scrittore Benedetto Tino Delfino, apparsa su “La Stampa”, e che parla dell’avventura vissuta a Genova da una giovane di Castagnabuona, Agostina Baglietto. Storia ripresa nel racconto di Pier Luigi Derchi, “La camiciaia dei Mille”. Un’inedita ricerca storica – Edizioni ERGA – www.erga.it.
“Un’inedita ricerca storica su colei che fu, nell’ambito genovese, la giovane sartina delle prime camice rosse garibaldine. Genova, la città dei Mille, vista attraverso gli occhi limpidi e trasognati di una adolescente. La scoperta di un mondo femminile, semplice nel vivere, gentile nel pensiero, eroico nell’agire.”
“La Stampa” del 14.12.2008 – Il libro – Le camicie rosse cucite a Varazze
“La sarta che con solerzia e amore devoto cucଠbuona parte delle mitiche camicie rosse dei garibaldini era originaria di Castagnabuona, frazione di Varazze. Agostina Baglietto, ancora ragazzina, assieme alle numerose sorelle, lavorava nella sartoria che il padre Benedetto mise su a Porta Siberia, davanti al porto di Genova per sostentare la numerosa prole (16 figli). Il varazzino, nato nei primi anni dell’Ottocento, si trasferଠnel capoluogo ligure nel 1852 quando fu eletto Console dell’Arte dei Calafati, incarico di prestigio perché all’opera dei calafati era affidata la sicurezza degli scafi in legno.
“Intraprendente nel lavoro, Agostina portò linfa nuova in laboratorio e la storia bussò improvvisamente alla porta. Si faceva un gran parlare in città di Giuseppe Garibaldi. Nel laboratorio di Agostina si presentò un ragazzo ventenne che chiese alla sua coetanea di cucirgli in gran segreto una camicia rossa, perché sapeva che l’eroe dei Due Mondi stava “preparando qualcosa”. Ma tutto nascosto, perché la polizia controllava i gruppi che bazzicavano Garibaldi”, spiega Benedetto Tino Delfino, studioso e scrittore di Varazze.
La blusa venne cosଠconfezionata ed il giovane ne fece subito bella mostra con amici e conoscenti. La voce corse veloce e una buona parte dei futuri componenti della spedizione che partଠda Quarto, si recò nella bottega delle sorelle varazzine che divenne ritrovo carbonaro dei primi garibaldini. «Agostina finଠpoi per innamorarsi, ricambiata, del ragazzo che per primo chiese la camicia in tempi dove il cuore femminile poteva trasformare una “divisa” in un dono d’amore», aggiunge lo storico Tino Delfino. Poco tempo dopo lui partଠalla volta di Marsala. Ma non fece più ritorno. Lei attese invano per lungo tempo notizie.
Quando i reduci della spedizione tornarono a Genova Quarto, Agostina aveva con sé un mazzo di fiori colti sulle alture di Castagnabuona, dove la famiglia aveva conservato la cascina. «Un uomo si avvicinò alla giovane Agostina e le disse di lanciare in mare quei fiori, sarebbe stato il gesto d’onore reso ad uno dei caduti dei Mille», conclude Tino Delfino. La ventenne ubbidଠe quel giorno cambiò la sua esistenza, ritirandosi per sempre nella sua Varazze. Su questa affascinante vicenda l’anno scorso Pier Luigi Derchi ha scritto un libro (Erga Edizioni).”