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Varazze, 28.10.2007.
PonentevarazzinoNews
Pericolo amianto ““ Conosciamolo per trattarlo in sicurezza ““ E ““
Le domande, le segnalazioni, le richieste d’approfondimento che continuano a pervenirci ci gratificano dell’impegno che dedichiamo alla cura dei post che trattano il tema amianto e manufatti, con la presenza di tale minerale, tutto intorno a noi.
Parlarne vuol dire prendere coscienza di un problema che esiste e deve essere monitorato, evitando di creare allarmismi ma consapevoli certezze. La serietà e correttezza delle domande che ci sono poste e la curiosità dimostrata, ci rende fiduciosi sul futuro; confidiamo in un maggiore interesse delle istituzioni responsabili, per sostenere gli operatori del settore nel rispetto di leggi e regolamenti, offrendo loro sostegno nello smaltimento dei materiali inerti, classificati pericolosi per la presenza di fibre d’amianto.
Riportiamo, per quanti interessati, la storia dell’amianto tratto da:
Miracoli, virtù, vizi, F. Carnevale e E. Chellini, Amianto. Editoriale Tosca, Firenze 1992, e ripresa da Assoamianto.
Storia dell’amianto
“Dall’antichità fino all’epoca moderna, l’amianto è stato usato per scopi “magici” e “rituali”. I Persiani e anche i Romani disponevano di manufatti in amianto per avvolgere i cadaveri da cremare, allo scopo di ottenere ceneri più pure e chiare. Una credenza popolare diceva che l’amianto fosse la “lana della salamandra”, l’animale che per questo poteva sfidare il fuoco senza danno. Marco Polo ne Il Milione sfata questa leggenda e racconta che nella provincia cinese di Chingitalas, filando questo minerale si otteneva un tessuto impiegato per confezionare tovaglie. Risale al ‘600 la ricetta del medico naturalista Boezio che dimostra l’uso dell’amianto nelle medicine dell’epoca.
“Dall’asbesto si fa spesso un unguento miracoloso per il lattime e per le ulcerazioni delle gambe. Si prendono quattro once di asbesto, due once di piombo, due once di ruta e vengono bruciate, quindi ridotte in polvere vengono macerate in un recipiente di vetro con l’aceto ed ogni giorno, per una volta al giorno per un mese l’impasto viene agitato; dopo un mese si deve far bollire per un’ora e lo si lascia riposare finché non diventi chiaro: poi si mescola una dose di codesto aceto bianco con una ugual dose di olio di rosa finché l’unguento sia ben amalgamato: allora si unge tutto il capo del fanciullo per farlo rapidamente guarire: per la scabbia e le vene varicose le parti vengono unte al tramonto finché non sopravvenga la guarigione.
Se questo minerale viene sciolto con acqua e zucchero e se ne somministra una piccola dose al mattino tutti i giorni alla donna quando ha perdite bianche, guarisce subito”.
L’amianto è rimasto presente nei farmaci sino ai recenti anni ’60 per due tipi di preparati: una polvere contro la sudorazione dei piedi ed una pasta dentaria per le otturazioni. La prima utilizzazione dell’amianto da parte dell’industria risale agli ultimi decenni dell’800. L’incremento nell’estrazione e nell’impiego (e quindi nel suo accumulo progressivo nell’ambiente di vita e di lavoro) è ben illustrato dalla seguente tabella proposta da I. J. Selikoff e che riguarda la situazione degli Stati Uniti d’America. Il consumo è espresso in tonnellate, la prima cifra si riferisce al consumo nel decennio, la seconda cifra dà il valore cumulativo dei consumi a partire dal primo decennio considerato.
1890-1899 | 64.500 | 64.500 |
1900-1909 | 265.000 | 329.500 |
1910-1919 | 986.000 | 1.316.000 |
1920-1929 | 1.995.500 | 3.315.000 |
1930-1939 | 1.880.000 | 5.195.000 |
1940-1949 | 4.654.000 | 9.849.500 |
1950-1959 | 7.417.000 | 17.266.500 |
1960-1969 | 7.561.000 | 24.827.500 |
La tendenza alla crescita si è interrotta decisamente soltanto a partire dalla seconda metà degli anni ’70. Grande clamore ebbe nel 1903, in seguito ad un incendio che aveva causato 83 morti, la sostituzione nella Metropolitana di Parigi di materiali infiammabili o che producevano scintille, con manufatti contenenti amianto, compresi i freni delle carrozze. Lo stesso avvenne nella metropolitana di Londra e poi nel 1932 per la coibentazione del transatlantico Queen Mary.
Questi eventi furono molto reclamizzati tanto da indurre un’eccessiva confidenza con l’amianto fino a favorirne una massiccia diffusione in scuole, ospedali, palestre, cinema oltre che in tutti i settori industriali. In Italia, nella seconda metà degli anni ’50, si coibentarono con l’amianto le carrozze ferroviarie, fino ad allora isolate con sughero. Nel 1893 inizia in Austria la produzione del cemento-amianto.
Nel 1912 un ingegnere italiano costruisce per primo una macchina per la produzione di tubi in cemento-amianto. La produzione e l’uso di manufatti in cemento-amianto per l’edilizia sono aumentati fino ad alcuni anni fa.”