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22 Ottobre 2007

Varazze – Pericolo amianto ““ Conosciamolo per trattarlo in sicurezza ““ D ““

Filed under: - Pericolo Amianto,Ambiente,NEWS DA VARAZZE — Comitato Ponente Varazzino @ 17:28

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Varazze, 22.10.2007.

amianto-un-pericolo-sempre-presente.jpgPonentevarazzinoNews

Pericolo amianto ““ Conosciamolo
per trattarlo in sicurezza ““ D ““

La produzione di manufatti derivati, e tra questi il cementoamianto, prodotti dalla Eternit, azienda ubicata a Casale e fondata a Genova dall’ing. Aldo Mazza nel 1906 che, avendo osservato in Austria le molte applicazioni delle lastre prodotte dall’inventore Ludwig Hatschek (1901), ed essendosi convinto che tale applicazione avrebbe avuto sviluppo, Mazza né acquistò il brevetto per lo sfruttamento in Italia.

Notizie storiche, ricavate da più fonti, sui primi insediamenti produttivi in Piemonte:

“Il primo centro di produzione, collocato nel quartiere cementiero di Borgo Ronzone, fu eretto fra il 1906 ed il 1907 su progetto degli Ingg. G. A. Porcheddu e P. Fenoglio. Altra azienda produttrice di manufatti in cementoamianto fu la ” Società  Cementifera Italiana”“Fibronit”, fondata nel 1929 dall’Ing. Milanese e dall’Ing. Vincenzo Musso (figlio di Luigi Musso), appoggiando le proprie produzioni su un brevetto dell’ingegnere casalese Alessandro Magnani. In tale contesto, lo sviluppo industriale di Morano sul Po prese quota con la costruzione della linea ferroviaria Casale”“Torino.

La nuova via di comunicazione favorଠla fattura di nuovi centri produttivi presso alcune stazioni (Morano, Casale Popolo, Trino) site nei pressi dei giacimenti di Coniolo e Camino e poste in pianura, peculiarità  non trascurabile per la comodità  di espansione degli impianti. Il rapporto fabbrica”“ferrovia rappresenta il binomio produzione”“logistica ed è di fondamentale importanza per l’approvvigionamento delle materie prime e per il commercio del prodotto semilavorato o finito. La fabbrica incide indelebilmente nel contesto urbano, è intimamente connessa con il sistema ferroviario che mette in comunicazione le varie città  ed è il vero motore dello sviluppo industriale. Il sistema integrato di collegamenti ferroviari fra centri urbani ha fatto sଠche piccole città  abbiano nel tempo moltiplicato la loro dimensione.”

Riportiamo altre risposte, giunte riguardo al quesito posto da un operatore edile, su come comportarsi in presenza di piccoli quantitativi di manufatti contenenti fibre d’amianto (vedere post: Pericolo amianto ““ Conosciamolo per trattarlo in sicurezza ““ B ““).

Risposte (vedere domanda nel post sopra citato)

  • “Lo smaltimento di piccole quantità  non mi è mai capitato, però, se nella tua zona è attuabile, io seguirei la strada indicata per lo smaltimento “agevolato”, non certo quella di sotterrarlo.
  • Poiché é sempre il Committente e non il CSE che deve decidere, dopo aver fatto queste verifiche, comunicherei il tutto allo stesso. Quando sarà  deciso che soluzione adottare, prima dell’esecuzione dei lavori, aggiornerai il PSC.
  • Solo una precisazione per eliminare qualche babau che ci siamo autocostruiti.
  • L’amianto è pericoloso SOLO SE INALATO. Tant’è che fino agli anni 70 veniva usato anche per filtrare il vino. Se qualcuno ha qualche bottiglia di oltre 40 anni per la quale ha dei dubbi me ne mandi 5 campioni che provvederò a rilasciare apposito certificato organolettico di Asbest Free. Quindi l’amianto seppellito non può inquinare la falda.


  • Dal punto di vista pratico il miglior modo per smaltirlo sarebbe stato impastare l’amianto con un buon cemento, farne mattoni da annegare in sottofondi: era anche una delle soluzioni tecniche proposte quando, in pochi, si discuteva del pericolo amianto. Poi nella 255 ha vinto la lobby degli smaltitori e di chi voleva creare una ennesima nicchia protetta per lo smaltimento. Il risultato è stato una mostruosità  autorizzativa (sulle aziende accreditate e sulle discariche autorizzate) che è REALE ostacolo allo smaltimento. E dite che non ho ragione a sostenere che lo Stato autorizzatore va rivisto, mentre vanno rinforzate le norme e le sanzioni. Pensate quanto sarebbe più semplice se tutti potessero trattare l’Amianto secondo protocolli e procedure definite anziché rivolgersi ad un numero chiuso di aziende accreditate. Più che quanta gente ci muore con l’amianto, dovremmo domandarci quanta gente ci campa. Come dice Bruno, dandomi delle priorità , mi preoccuperei di più del fatto che il 20% dei morti nei cantieri sono dovuti alla caduta dall’alto, nonostante da 50 anni siano prescritte delle semplici misure preventive e protettive.


La conclusione e ringraziamenti di chi aveva posto il quesito sul Forum di Edilio:

  • Siete stati veramente tutti molto gentili e sicuramente Edilio è molto entusiasta di avere un Forum di tale livello. Intanto per dare risposta a Lulu devo dire che ho valutato la presenza dell’amianto a vista senza fare delle apposite analisi sulle lastre. Comunque penso che probabilmente segnalerò con una lettera la presenza di questi frammenti alla committenza e all’impresa nella fase di esecuzione perchè questo cantiere non è ancora stato dato in appalto. Se volete continuare ad intervenire ne, sarei molto liete, e grazie tutti.”

In questo caso, preso ad esempio, sembra che il buon senso, la correttezza e serietà  professionale siano riusciti ad avere il sopravvento. Ci rifacciamo a quanto detto nei precedenti post, le istituzioni devono adoperarsi per fare in modo che, a nessun operatore del settore sorgano dubbi, e non sappia come comportarsi in casi come quello trattato. Regione, Provincia e Comuni devono fornire informazione e mezzi di sostegno per agevolare lo smaltimento dei manufatti contenti fibre d’amianto.

Firmato: Il direttivo.

P.S.: La ricerca continua e sarà  pubblicata in successivi post.

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