Varazze – Riqualificazione retro porto – Referendum si oppure no?

Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni”
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Varazze, 19.10.2007.

baglietto-piombo-e-retro-porto-a-san-nazario.jpgPonentevarazzinoNews

Riqualificazione retro porto
referendum si oppure no?

La discussione in città  continua e non potrebbe essere altrimenti, troppo importante l’intervento di recupero che s’ipotizza con lo Studio Urbanistico d’Inquadramento (SUI), predisposto dai Tecnici Comunali secondo le direttive dell’Assessorato competente e in accordo con la quasi totalità  dei proprietari delle aree interessate, compreso gli storici Cantieri Baglietto.

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa inviatoci dai cinque Consiglieri Comunali promotori del referendum sul recupero del ponente, o retro porto, com’é comunemente definito. Comunicato emesso per ribadire come in altre realtà  a noi vicine, le consultazioni popolari sono favorite, mentre nella nostra città  sono contrastate con varie motivazioni. Troppi errori e comportamenti di difficile comprensione intorno alla pratica referendum. Meriterebbe un chiarimento, da ambo le parti con parole semplici e dirette, facilmente comprensibili da cittadini privi d’esperienza specifica e giuridica.

Il comitato di San Nazario, direttamente interessato dal preventivato recupero, segue con attenzione quanto avviene tra le forze politiche cittadine, e da tempo cerca in ogni modo di favorire un riavvicinamento che faciliti la ripresa di un dialogo e un confronto, che non doveva mai essere interrotto.

I consiglieri di questo comitato mantengono un costante e diretto rapporto con gli abitanti del quartiere e non solo, per avere sempre presente quello che effettivamente pensano e vorrebbero fosse fatto e deciso dai Politici eletti in Consiglio Comunale.

Siamo molto impegnati e responsabili, nel cercare di sensibilizzare tutti gli attori interessati, nessuno escluso, perché convinti che per accelerare l’iter burocratico del recupero urbano in oggetto, senza che ci siano mirate e deleterie successive prese di posizione contro, occorra mettere in pratica quanto ha detto il Signor Sindaco avv. Antonio Ghigliazza, in occasione della benedizione della statua di Santa Caterina, ritornata all’ingresso del porto: ” Anche noi dobbiamo abbandonare personalismi e rancori epidermici per il bene della città “

Ci asteniamo dal ripetere la nostra posizione in quanto già  chiaramente espressa nelle precedenti news pubblicate online, sotto la voce “Argomenti trattati o in discussione con Amministratori – Funzionari ed Enti ““ e, nella successiva finestra riepilogativa: Riqualificazione del Ponente Varazzino>.

COMUNICATO STAMPA

Consultazioni popolari: giusta a Vado, nemica del popolo a Varazze “

“Io credo che sia necessario che, su un’operazione cosଠimportante per Vado, ci sia una consultazione diretta dei cittadini. I vadesi sono sempre stati molto attenti a ciò che avviene sul territorio, in particolare in questo caso è un bene che siano loro ad esprimersi chiaramente “¦ .”

Ben detto! Ma queste, sono le opinioni di un sindaco di centro destra? No!

Queste sono le parole di Carlo Giacobbe, sindaco di Vado Ligure, già  esponente provinciale dei Democratici di Sinistra ora Partito Democratico.

E’ sorprendente: il Sindaco di Vado mette a disposizione la macchina comunale e mobilita il mondo del volontariato con le sue sedi, affinché gli abitanti possano liberamente esprimersi sull’operazione Maersk; 15 chilometri più a levante, il sindaco di Varazze, dello stesso colore politico, è da 5 mesi che avversa il referendum richiesto ufficialmente, a norma del rigido Regolamento di Partecipazione, da più del 24% degli elettori.

Questione di sensibilità  civica e democratica? Sicuramente si. Il Sindaco di Varazze, evidentemente, non crede che le opinioni dei suoi concittadini siano degne d’attenzione e crede che sia male farli esprimere.

Ecco la breve storia del referendum di Varazze. Una città  dove la partecipazione dei cittadini non è la benvenuta.

L’attività  delle forze di opposizione di Varazze, negli ultimi mesi, è stata caratterizzata da una lunga e faticosa raccolta di firme per indire un Referendum Consultivo che si è conclusa con la consegna di ben 2.357 firme di residenti al Segretario Generale del Comune di Varazze in data 10 settembre 2007.

Il motivo di questo impegno è volto a tentare di attenuare gli effetti negativi dell’ennesima grande operazione immobiliare che l’Amministrazione Comunale vorrebbe attuare sulle aree retro portuali varazzine. L’area identificata come T1, comprende le superfici dei cantieri Baglietto, le ex concerie Rocca, Giuntini e il campo sportivo.

Con delibera del Consiglio Comunale n. 4 del 15 febbraio 2007, infatti, il Comune di Varazze ha assunto un documento di indirizzo “SUI” (studio urbanistico di inquadramento) della zona. Tale pianificazione prevede una forte edificazione oltre i limiti di cubatura già  previsti dal PUC ed in modo del tutto incoerente, tanto da prevedere un grande hotel di lusso in area demaniale marittima e vicino ai capannoni industriali dei Cantieri Baglietto senza alcuna ponderazione sui riflessi negativi determinati dal notevole incremento del carico insediativo.

Il 22 maggio 2007, cinque consiglieri di opposizione: Gerolamo Carletto (Margherita) Andrea Valle (F.I.), Giovanni Delfino (U.D.C.), Gianantonio Cerruti (Circolo Libertà ), Marisa Delfino (Indip.), preoccupati per la situazione, hanno deciso di costituire un comitato promotore di referendum ed hanno inoltrato formale richiesta di referendum consultivo per l’abrogazione della delibera C.C. n. 4 di cui sopra.

Il 13 giugno 2007 il Sindaco di Varazze ha comunicato l’ammissibilità  del referendum consultivo (in molti, forse anche il Sindaco, dubitavano che il comitato riuscisse a raccogliere le firme necessarie!) e da quella data è stata avviata la raccolta delle 2000 firme necessarie per indire la consultazione referendaria. Raccolta da effettuare da pubblico ufficiale o consigliere comunale entro 90 giorni, a norma di regolamento.

Il 10 settembre 2007 sono state depositate ben 2.357 firme.

Il 25 settembre 2007, l’apposita commissione comunale, istituita a norma di regolamento comunale sulla partecipazione dei cittadini e sui referendum, ha accertato che le firme validamente apposte risultavano 2.156. Numero di sottoscrizioni quindi ampiamente sufficienti ad indire il referendum.

Il Comune di Varazze con delibera C.C. n. 44 del 13/08/2007 ha però disposto la revoca della delibera C.C. n. 4 e, sempre nella medesima data, con delibera C.C. n. 45 ha approvato un altro S.U.I. della zona interessata, praticamente identico al primo nei contenuti, con l’unico scopo di contrastare e bloccare l’azione referendaria. Con una semplice alzata di mano in Consiglio Comunale si è voluto gettare nella spazzatura la volontà  di 2.357 firmatari che vogliono esprimersi democraticamente sul loro futuro.

Con nota del 27 agosto 2007 il Sindaco di Varazze ha comunicato la sopravvenuta improcedibilità  del referendum consultivo poiché, la delibera n. 4, oggetto del referendum, era già  stata revocata dal C.C. in data 13/08/2007. Tale decisione a seguito del parere del segretario generale del Comune di Varazze che ha richiamato la legge 25 maggio 1970 n. 352.

Dopo alcuni giorni si è appreso che la Corte Costituzionale, con sentenza n. 68 del 16 maggio 1978, aveva dichiarato l’illegittimità  costituzionale dell’art. 39 della legge 25 maggio 1970 n. 352 limitatamente alla parte in cui non prevede che, se l’abrogazione degli atti delle singole disposizioni cui si riferisce il referendum venga accompagnata da altra disciplina della stessa materia, senza modificare né i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente né i contenuti normativi, il referendum si effettui sulle nuove disposizioni legislative.

Tale situazione sembra essere proprio il caso di Varazze ove, a fronte dell’abrogazione della delibera n. 4/07, sono comunque rimasti in essere i principi che la caratterizzavano poiché il SUI del 13/08/2007 presenta delle variazioni talmente irrilevanti da non modificare i principi ispiratori ed i contenuti essenziali che aveva lo SUI precedente ed al quale si riferisce il quesito referendario.

E’ evidente che le idee dei referendari, che puntano a frenare la corsa al cemento e ad avere un maggior ritorno per Varazze, compresi un nuovo campo da calcio (regolamentare, finito ed agibile), una piscina olimpionica ad uso pubblico, un moderno e funzionale polo di soccorso e soluzioni alla viabilità  per tutta la zona, sono condivise ed incoraggiate dalla maggior parte dei cittadini. La prova di ciò è che la richiesta di referendum, per abrogare la delibera del 15 febbraio (a norma del regolamento comunale di partecipazione dei cittadini), è stata sottoscritta da ben 2.357 varazzini iscritti nelle liste elettorali.

Inutile sottolineare lo sforzo fatto dai referendari per essere tra la gente e raccogliere le firme. Varazze conta meno di 10.000 elettori ed il regolamento di partecipazione, che regola queste occasioni, prevede che si debbano raccogliere almeno 2.000 firme di cittadini residenti e maggiorenni. Ciò significa che più del 24 % degli elettori si è esposta con la propria firma perché preoccupata dagli effetti negativi di una grande operazione immobiliare e per fare in modo che la città  avesse un maggior ritorno.

Nonostante il chiaro segnale della città , l’Amministrazione Comunale continua a fare di tutto per dilatare i tempi ed imbavagliare i cittadini.

Gerolamo Carletto (Margherita)
Andrea Valle (F.I.)
Giovanni Delfino (U.D.C.)
Gianantonio Cerruti (Circolo Libertà )
Marisa Delfino (Indip.)

Questo articolo è stato pubblicato il 19 Ott 2007 alle 23:40 ed è archiviato nelle categorie NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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