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Sacra Rappresentazione Storica di Santa Caterina da Siena
FAJE
Croce di S. Andrea bianca (argento) caricata di aquila spiegata, volante, al naturale, simbolo di nobiltà , forza, potenza, grandezza d’animo e valore. (more…)
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Sacra Rappresentazione Storica di Santa Caterina da Siena
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Croce di S. Andrea bianca (argento) caricata di aquila spiegata, volante, al naturale, simbolo di nobiltà , forza, potenza, grandezza d’animo e valore. (more…)
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Sacra Rappresentazione Storica di Santa Caterina da Siena
INVREA
Corona gialla (oro) marchionale cimata di quattro fioroni, tre visibili, sostenuti da punte, e alternati da dodici perle disposte tre a tre, in quattro gruppi piramidali, due visibili.
Questa corona posta nel cuore del campo azzurro, è simbolo dell’antica reggenza dei marchesi Del Bosco e Ponzone, (more…)
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Sacra Rappresentazione Storica di Santa Caterina da Siena
PERO
Canton franco destro di giallo (oro), caricato di ponte romano ad un arco, al naturale, simbolo di nobiltà d’animo e onori elevati, contornato di due rami di lauro ai lati, decussati e uniti al centro da un nastro rosaceo fioccato, simbolo di virtù e di fermezza d’animo. Bandato di sette pezzi, quattro di giallo (oro) e tre di azzurro. (more…)
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Documentazione fotografica delle operazioni di smantellamento del vecchio porticciolo
Il molo antistante la sede della Lega Navale, preferito dalle papere che li si erano accasate, e da tutti amabilmente nutrite. | |
La pacchia è finita! Anche loro, come tanti operatori del porticciolo, soci della Lega Navale e quanti usufruivano dei servizi portuali, hanno ricevuto lo sfratto. | |
Anche la sede della Lega Navale è stata svuotata – Le ruspe stanno già scaldando i loro acciaiosi muscoli, e tempo di migrare… | |
La benna della gigantesca pala meccanica è entrata in funzione, tra breve solo macerie. E pensare che dentro quel locale se né sono dette e sentite di tutti i colori… | |
Quanti ragazze e ragazzi hanno qui appreso ad amare il mare ed a governare una barca a vela! | |
La demolizione e rapida, precisa e metodica. | |
Quello che rimane delle vecchie costruzioni, sono solo un mucchio di macerie. | |
Si procede veloci a ridurre le dimensioni delle macerie per il trasporto in discarica. | |
Il piazzale si svuota rapidamente. | |
Inizia la demolizione dei Bagni Torino. | |
Ultima cabina rimasta in piedi, ancora per poco, il tempo di uno scatto fotografico, e via… | |
La demolizione prosegue con l’ultimo tratto di muretto sull’Aurelia. | |
La demolizione è stata completata. | |
A demolizione ultimata, una nidiata di gabbiani rimane senza casa. Gli operai del cantiere solleciti, gli trovano una nuova sistemazione in un posto appartato, dove la mamma potrà nutrire i piccoli, mentre il padre dall’alto vigilerà che nessuno si avvicini. Possiamo testimoniare che i piccoli sono cresciuti e come tutti hanno imparato a volare, per niente spaventati da polvere rumore e dalla curiosità di tutti quelli che, come noi, giornalmente seguivamo i loro progressi. | |
Ecco Marina di Varazze, per ammirare il suo splendore cliccare sulla pagina: Nuovo Porto |
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Varazze, 1.09.2006.
La Chiesa costruita dai monaci lirinesi intorno al 1141, era ampia come l’attuale: di stile romanico, rivestita in massima parte anche all’interno di mattoni senza intonaco di calce. I sei pilastri delle navate erano a otto angoli, mentre nel Sancta-Santctorum, i pilastri erano costituiti da un fascio di quattro colonne di mattoni che proseguivano oltre il capitello di pietra, nei quattro archi.
Fra queste quattro colonne maggiori, c’erano quattro colonnine sottili di mattoni rotondi che proseguivano a costoloni nella volta e s’incontravano al centro in una croce di pietra
Sulle pareti, ai lati dell’altare maggiore ci sono due grandi tele di scuola fiamminga dipinti intorno alla metà del 600, nell’ultimo periodo della guerra dei trent’anni: la prima è un quadro votivo “devozione a Cristo”, la seconda, raffigura il Patrono della città Beato Jacopo da Varagine arcivescovo di Genova dal 1292 al 1298.
Nel 1646, la città con pubblico e solenne voto, proclamava il Beato Jacopo a suo protettore e decretava di adempiere al voto fatto in occasione di pestilenze e guerre, facendo dipingere un quadro da collocarsi come icona sopra l’altare di Santa Caterina da Siena di recente costruzione. La tela, di un pittore Mestrese,raffigurava in alto la SS.Trinità , sotto da un lato un Angelo con fulmini di punizione e dall’altro la SS.Vergine che addita Santa Caterina da Siena e il Beato Jacopo da Varagine, più in basso, in atto di intercedere per la città , che si vede sullo sfondo. L’antica facciata di linee romanico-gotiche, sembra che avesse una trifora con colonnine e ornamenti di archetti in cotto sormontati da un arco più ampio.
Nel 500, si murò la trifora, e per dare luce all’interno, venne sostituita con una finesta a trifoglio, posta più in alto. La parte rimasta libera venne decorata con un affresco. Negli anni si imposero restauri e revisioni; fino a quello radicale del 1961. All’interno gli affreschi, le dorature e gli ornati, il battistero tornano agli antichi splendori. La facciata viene completamente restaurata pur conservando l’antica architettura. Nel 1925 viene sostituito il vecchio organo con uno nuovo e moderno ricco di registri fabbricato dalla ditta Mordeglia di Celle Ligure e collaudato con soddisfazione di tutti.
I santi titolari
Il culto dei nostri santi Titolari e Patroni inizia col fatto storico del ritrovamento dei loro corpi. Nel trienni 395-397 Sant’Ambrogio trovò a Milano, in un orto fuori città il corpo dei due martiri. Il fatto è narrato da San Paolino che scrisse la vita di S.Ambrogio e fu testimone oculare. Fiorì da allora la leggenda riportata dal Beato Jacopo nel suo celeberrimo libro: Leggenda Aurea.
Culto e leggenda hanno fornito lo spunto per gli eccellenti affreschi che impreziosiscono la chiesa, uno di questi affreschi decora il “catino” e raffigura la predicazione dei due Evangelizzatori della Liguria. Ritto su uno scoglio S.Nazario parla ad una folla di gente accorsa ad ascoltare la buona novella contenuta nel libro che S.Celso, vicino a lui tiene fra le mani. Nelle vicinanze una barchetta resta in attesa di partire per un altro viaggio. Lo sfondo del dipinto segna un promontorio, la punta dell’Aspera a significare la predicazione di San Nazario ai varazzini.
L’affresco della navata centrale rappresenta il martirio del Santo, il quale con un ginocchio a terra e il volto e le mani rivolte al cielo in atto di olocausto, attende il colpo mortale. Inginocchiato a fianco, la figura di un giovanissimo con le braccia incrociate sul petto, il collo piegato in attesa del martirio. Alla calma e serenità sprigionata dalla figura dei due martiri, fa contrasto la brutalità dei carnefici.
I parrocchiani di San Nazario parteciparono attraverso i secoli, alla vita della parrocchia facendosi carico di riparare i danni fornendo manodopera gratuita, di assistere gli infermi, istruire i bambini insegnando loro il catechismo e nonostante la carenza di mezzi, organizzare la festa patronale.
Nonostante San Nazario sia sempre stato un borgo di pescatori prima e un quartiere industriale poi, la scarsità di mezzi, non ha mai fatto mancare l’appoggio alla parrocchia e al suo Parroco. Oggi che le cose vanno decisamente meglio di un tempo, troviamo lo stesso conforto nel silenzio della nostra chiesa che, ricca di storia ci accoglie immutata nei momenti lieti o dolorosi della nostra vita.
Notizie storiche ricavate dal libro: La Parrocchia dei Santi Nazario e Celso, di Tito da Ottone a cura di Don Giovanni Giusto Prevosto. Testo sottoposto alla supervisione del nostro Parroco don Giuseppe Perucca, che ringraziamo.
La chiesda di San Nazario: parte prima >>
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Varazze, 1.09.2006.
Si trova in cima alla breve salita di via Chiesa San Nazario, incastonata tra il Boschetto, l’Aurelia bis, la Polisportiva e l’hotel San Nazario. Nelle vicinaze della stazione ferroviaria, del cantiere Baglietto, dell’ingresso al nuovo porto turistico Marina di Varazze, attraverso il molo di sottoflutto, collegato a q uello principale con un ponte mobile, per consentire l’accesso alla nuova capiente darsena dei cantieri Baglietto.
Costruita in stile romanico nella prima metà del 1100 dai monaci Cisternensi Lirinesi, subì nei secoli seguenti, divers e ristrutturazioni. Conserva al suo interno, inizialmente di soli mattoni senza intonaco, antichi affreschi, tele del XII secolo e lapidi mediovali.
L’attuale facciata (1875/1880) è ornata con le statue dei Santi titolari e patroni Nazario e Celso, ed imprezziosita con quelle dei Santi Rocco, Bernardo e dei patroni della città di Varazze e dei patroni della città di Varazze Jiacopo e Caterina.
Il sagrato antistante la chiesa è pavimentato a risseu, cioè decoratocon ciotoli di fiume policromi che compongono di segni gemetrici e marinari.
La chiesda di San Nazario: parte seconda >>
per saperne di più sulla tecnica risseu:
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Varazze, 1.09.2006.
Scudetto a testa di cavallo bianco (argento) caricato di colomba volante ad ali spiegate, al naturale, raggiata di sette raggi gialli (dorati) terminanti di altrettante fiammelle rosse; simbolo di amore casto e puro, di fedelta’ e di pace, la colomba rappresenta lo Spirito Santo e i raggi fiammeggianti i sette doni da esso elargiti. (more…)
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Varazze, 2006. Home page
“Sacra Rappresentazione scenica“: presentazione in occasione del cinquantenario 1955 – 2005
Stemmi Araldici di Varazze e Frazioni
Varazze | San Nazario | |
Borgo | Solaro | Alpicella |
Cantalupo | Casanova | Castagnabuona |
Faje | Invrea | Pero |
Per prendere visione della descrizione storica dello stemma araldico, cliccare sul nome della Frazione o del Rione.
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